Per metronomo si intende lo strumento (meccanico e/o elettronico) adoperato dai musicisti per stabilire il tempo (e quindi la velocità) musicale del brano; esso è costituito da un pendolo rovesciato, nel quale ogni battito definisce un movimento.
Il suo nome deriva dal greco, grazie all’accostamento delle parole “metron”(misura) e “nomos”(legge).
Il primo ideatore del metronomo (in una forma molto primitiva) fu Thomas Mace,ma venne perfezionato in seguito da Etienne Louliè nel 1696.
Il metronomo (o cronometro) di T. Mace non era in grado di misurare tutte le tempistiche richieste nel repertorio musicale, dobbiamo a Louliè la risoluzione di questo problema, grazie alla creazione del primo “metronomo graduato”: esso era costituito da un’asta graduata dotata di un pendolo avente una corda dalla lunghezza variabile.
La creazione di questo primo pendolo graduato evidenziò alcuni dei principi fisici posti alla base del pendolo (e di conseguenza al funzionamento del metronomo):
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La durata dell’oscillazione (e di conseguenza la suddivisione temporale) è direttamente proporzionale alla lunghezza della corda (aumenta allungando la corda e diminuisce accorciandola)
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un’altra caratteristica molto interessante fu la scoperta del “moto isocrono del pendolo”, ovvero quando la durata dell’oscillazione non varia con il diminuire dell’ampiezza della medesima.
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Questa tesi trovò ulteriore conferma nel’uso delle dinamiche sugli strumenti a corda, i quali, al variare dell’intensità di un suono non ne variano l’altezza.
Questo perchè a variare è solo l’ampiezza delle oscillazioni della corda ma non il numero di vibrazioni doppie che dettano l’altezza del suono (Hertz).
La successiva nascita del metronomo moderno (a forma di pendolo rovesciato) è un merito che va attributi all’orologiaio Dietrich Nikolaus Winkel (di Amsterdam), il quale creò il metronomo a doppio pendolo.
Ma in questa fase storica, si parla ancora di metronomo “muto”, ovvero privo di riscontro sonoro.
Bisognerà attendere fino al 1816 con Johann Nepomuk Malzel, che brevettò lo strumento, modificandolo in maniera tale da ottenere il battito sonoro del ritmo (e non solo visivo come era stato fino ad allora).
Questa evoluzione storica ci porta al metronomo odierno, avente due parametri ritmici:
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Ritmico visivo (dalla più tradizionale asta oscillante, fino ad arrivare alle applicazioni digitali)
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Riscontro uditivo (sal segnale meccanico, al bit digitale)
AGO
Circa l'autore:
Studente del Conservatorio Vivaldi di Alessandria, allievo del Prof. Data Massimo per il corso di Fagotto, del Prof. Piacentini Riccardo per il corso di Composizione e del Prof. Vercillo Giorgio per il corso di Pianoforte. Ho dato vita a questo sito nella speranza di trasmettere a tutti quanti la mia passione: la musica!